mercoledì 6 febbraio 2013

PAROLE IN SCATOLA

da  https://sites.google.com/site/leradiodiunavolta/radio/televisori


Al principio ci fu solo un'impressione:

"Le persone danno più retta a ciò che viene detto
se a dirlo sono cose il più possibile diverse da loro".

(…vedi Mosè con l'arbusto che non voleva bruciare…)

Si rinchiusero convinti di riuscire:

"Profetizzare è un'arte reclusa
e come tale va inscatolata…
…e poi è comodo trincerarsi in una scatola:
non vieni raggiunto dai pomodori e dalle uova marce".

Li additarono finchè poterono,
ma il loro indice si elevò talmente in alto
che ne restarono affascinati.

Rimasero all'ascolto
divenendo semplici spettatori.

Il palinsesto rovinò sulle teste
gli spettatori si accartocciarono
carta straccia dei programmi.

Provarono a gestire il tempo
lo smontarono in tanti piccoli frammenti;

convinti di dominarlo ne cronometrarono l'incedere
masticando centinaia di spot,

ma lui li piantò all'improvviso
lo sostituirono con un altro programma:
ebbero un discreto successo.

La notizia rimbalzò più volte
all'interno dello schermo
facendo giravolte incredibili…

…infine riuscirono a rimandarla fuori
completamente trasformata,
grazie ad un accurato trucco.

L'elogio perfetto era riuscito…
…dalla foto il defunto si complimentò con un sorriso
(quasi quasi era contento).

La giornalista era soddisfatta…
…gli spettatori anche…

…e vissero tutti felici e videodipendenti.



Molti secoli dopo li ritrovarono…
…ancora davanti ai televisori accesi:

sorridenti scheletri.


(da www.landasurreale.blogspot.com , post pubblicato il 2 gennaio 2012)


Il presente scritto è parte integrante della raccolta "Piano di Supremo Attrito"

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