sabato 26 gennaio 2013

IL DESIDERIO SBAGLIATO (i due energumeni nerboruti)


Aveva appena pronunciato le parole, anzi no: aveva solo pensato di farlo. Ecco che davanti a lui si stagliavano due energumeni nerboruti e dallo aspetto piuttosto abbronzato che si preoccupavano di sventolarlo con vistose piume. La situazione non era per nulla rassicurante e lui stesso stentava a capire come ci si fosse ritrovato. Eppure era sembrata una giornata tranquilla, iniziata normalmente come tutte le altre. Solo una sensazione inusuale lo aveva rabbuiato al risveglio, forse per via di uno strano sogno nel quale si era imbattuto durante la notte. I contorni di questo però erano velocemente sfumati e solo una immagine sbiadita era rimasta ad impensierirlo. A prima vista doveva trattarsi di una specie di lampada orientale, piuttosto impolverata, che si era dilettato a strofinare per farle riacquistare la lucentezza. 
da  http://ilcielohaunaportasola.wordpress.com/2011/05/26/la-lampada-di-aladino/


Nel sogno non era accaduto nulla e lui se ne era uscito tranquillamente, come se niente fosse, passando velocemente prima sul dorso di un cammello e poi in un gommone, tra le rapide di un fiume impetuoso. Il seguito era rimasto insignificante, a tal punto che nemmeno se lo rammentava, tranne un tizio, alla apparenza vestito da beduino, col volto nascosto dalla ombra del copricapo, spuntato non si sa da dove e sparito altrettanto rapidamente, ma non prima di aver pronunciato una frase sibillina che, sulle prime, quasi non aveva capito: “Tu hai strofinato la lampada, un tuo desiderio verrà esaudito!”. Non aveva dato peso a quelle parole, del resto come si può pesare un sogno??


da  http://africaexpress.corriere.it/


Solo adesso, proprio mentre le persone intorno iniziavano a sbuffare, tutte seccate per il guasto dell’impianto di condizionamento ed accaldate dalla fatica di quelle file davanti gli sportelli dell’ufficio postale, ci ripensava e leggeva in quei volti stanchi degli sguardi di invidia, che prorompevano presto in frasi, che tutto esprimevano, tranne gentilezza e comprensione. Del resto come poteva dar loro torto? Lui era l’unico ad usufruire di quel servizio, e che servizio!! Come se fosse il più privilegiato fra tutti gli utenti di quella filiale. Persino gli impiegati che stavano al di là del vetro blindato, si dovevano accontentare di semplici ventilatori, che sparavano loro addosso l’aria, con tutte le freddate lungo la schiena,  le conseguenti lombalgie e le complicanze alle vertebre cervicali. Gli energumeni facevano la loro figura e presto avevano attirato l’attenzione di tutte le persone presenti. Persino il direttore si era presentato, probabilmente sollecitato dal crescente malumore che serpeggiava, e si era spinto a dire che certe ostentazioni non era il caso di mostrarle, soprattutto in democrazia e, per giunta, in questo particolare momento in cui in molti non si sapeva come fare per arrivare a metà del mese con quei pochi soldi che si avevano a disposizione. Avrebbe voluto rispondere che non era sua intenzione e che anzi, nonostante le apparenze, egli in realtà non aveva nulla di quello che sembrava, tanto meno il controllo di quei due che lo sventolavano. Aveva in mano un semplice modulo di conto corrente compilato da versare, come molti altri in fila, in tasca un portafoglio con i soldi appena sufficienti a pagarlo. Ma chi l’avrebbe creduto? Eppure i suoi vestiti non erano più preziosi degli altri, che si scomponevano sempre più, coinvolti da una generale irritazione. Veniva invitato gentilmente ad andarsene, perché rischiava di suscitare un putiferio: il conto corrente lo avrebbe pagato con comodo, magari attraverso l’intermediazione di qualche banca straniera di cui sicuramente era coccolato cliente. Come faceva a dimostrare che era come tutti gli altri? Una volta sulla strada, sperava di far perdere le sue tracce e seminare quei due che gli venivano dietro con quelle piume sventolanti. Il caldo non aveva affatto l’aria di diminuire ed era di sollievo quel continuo sventolio. Per tornare a casa pensava di prendere l’autobus, ma gli toccava pagare tre biglietti e sorbirsi pure la ramanzina degli altri viaggiatori, infastiditi dalla lunghezza dei bastoni delle piume e dal fatto che per manovrare tali arnesi a quei due che li agitavano occorreva molto spazio. Adesso non si viaggiava comodi su quello autobus, o almeno gli altri, che restavano scomodi ed accalcati per consentire il delicato effetto soffio su di lui, che si era seduto e guardava fuori dal finestrino. Scendeva ben prima della fermata solita perché non ne poteva più delle lamentele e degli sguardi torvi che gli venivano continuamente rivolti. Lungo il percorso che lo separava dal suo appartamento non andava meglio: le persone lo notavano da lontano e i bambini lo indicavano alle mamme che li tenevano per mano. Alcuni gli ridevano anche dietro, visto lo strano abbigliamento dei due che lo seguivano. Un gruppo di ragazzini, nei pressi di un parco gli correvano incontro, credendo che distribuisse biglietti a prezzo ridotto per assistere a spettacoli circensi e non lo volevano far passare se non gliene dava. Perdeva buoni cinque minuti a spiegare che lui con il Circo non c’entrava nulla. 


da  http://www.easyjuggling.it/index.php?option=com_content&view=article&id=37%3Ascuole-di-circo-in-italia&catid=35%3Ascuole-e-palestre&Itemid=3&lang=it


Dove se la vedeva brutta era proprio nei pressi del Circo, davanti al quale si trovava a passare senza riflettere sulle possibili conseguenze. Era un momento difficile anche per le persone che vi lavoravano: di pubblico se ne vedeva poco ed ogni sera era sempre meno. Se continuava così, il direttore avrebbe dichiarato bancarotta e tutti i giocolieri, i pagliacci, i trapezisti, nonché i domatori, si sarebbero presto trovati senza lavoro. Gran parte di loro era davanti alla entrata. Non ci mettevano molto a notare quei due energumeni con i turbanti da beduini e quelle piume giganti che sventolavano a dovere su un signore, vestito normalmente, che li precedeva. Era normale che iniziavano a pensare che si trattasse della trovata pubblicitaria di qualche spettacolo esotico concorrente. Proprio il fatto che gli passavano sotto al naso e proprio un attimo dopo che il direttore aveva annunciato che se lo spettacolo di quella sera andava male non restava che chiudere, veniva da tutti letto come un affronto dei più gravi: uno schiaffo in piena faccia e senza alcun apparente motivo. Inevitabile che iniziassero a corrergli dietro con intenzioni per nulla pacifiche. In testa vi era il domatore di animali, armato di una lunga frusta, subito dietro il forzuto piegatore di barre d’acciaio. Appresso l’intera squadra di muscolosi artisti della piramide umana e il mangiatore di fuoco non disdegnavano la corsa ed anzi tenevano testa ai giocolieri ed ai trapezisti che li seguivano. I pagliacci, già truccati e vestiti per lo spettacolo, correvano con difficoltà e precedevano le cavallerizze che sostenevano il povero direttore, rimasto subito senza fiato. Il malcapitato, sulle prime non si accorgeva di essere inseguito, ma, vedendo i due nerboruti sventolatori di piume corrergli in fretta e furia avanti, dopo essersi disfatti degli ingombranti bastoni che le sorreggevano, sorpreso da questa improvvisa ed imprevista liberazione, si voltava, capiva il motivo di tanta urgenza e si metteva anche lui a correre perché il manipolo che aveva dietro non prometteva nulla di buono. Ma non riusciva ad andare molto lontano. Veniva subito raggiunto e, tra i calci e i pugni che gli arrivavano, riusciva a malapena a capire che doveva trattarsi degli artisti del circo, dati i vistosi abiti che avevano indosso. Si sfogavano in fretta e lo lasciavano dolorante sul marciapiede. Si rialzava con le poche forze rimaste e raggiungeva a tentoni il Pronto Soccorso del vicino ospedale. 


da  http://www.paesesera.it/Cronaca/Pronto-soccorso-boom-di-richieste-Servono-strutture-di-prossimita


Visti gli ematomi che presentava,  sembrava proprio che venisse dallo stadio dove, proprio quel pomeriggio, si era giocata una importante partita di calcio con gravi scontri tra le tifoserie. A nulla erano valse le sue giustificazioni: i due energumeni, sbucati dal nulla, che lo avevano sventagliato con piume giganti per diverse ore, né tanto meno il racconto dell’improvviso pestaggio ad opera dei pacifici lavoranti del vicino circo. Quello che il poliziotto presente al posto di guardia presumeva era che si trattava di una scusa costruita ad arte per nascondere una partecipazione ai tafferugli dello stadio, 


da http://www.tifolucchese.com/13/06/2011/verona-tredici-persone-arrestate-dopo-gli-scontri-scoppiati-domenica-al-bentegodi/


tanto più che dei due sedicenti sventagliatori di piume non era stato in grado di fornire nemmeno le generalità. Intanto una notte in guardina non gliela toglieva nessuno e poi l’indomani il giudice avrebbe deciso che pena comminargli. 
da  http://www.palermotoday.it/cronaca/carceri-obbligatorie-celle-non-fumatori.html



( da www.raccontioccasionali.blogspot.com , post pubblicato il 1 ottobre 2012 )



(Per consentire una migliore traduzione automatica nelle altre lingue, sono stati sostituiti alcuni apostrofi con le corrispondenti vocali, mi scuso con i lettori di lingua italiana per l'effetto non proprio gradevole del suono che ne deriva)


(Ho cercato inutilmente l'immagine di due energumeni nerboruti che sventagliavano piume enormi, tenute da lunghi bastoni, per meglio illustrare l'immagine principe di tutto il racconto, ma evidentemente Google ha preferito non consentirmi di trovarle per conservare ai lettori il gusto di immaginarseli...)

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