domenica 17 marzo 2013

ARIA FORZATA


da  http://massimobisotti.it/blog/non-si-rimugina-sugli-errori-non-possiamo-riprenderci-quel-che-abbiamo-sprecato-ma-possiamo-imparare-a-ridere-fino-alle-lacrime-sul-latte-versato-e-disimparare-il-percorso-guidato-di-abitudini-sicur



La sua libertà era nello stare ovunque,
ma era anche la sua prigione,
dato che non poteva
fare a meno di esserci.

Giunsero nello stesso posto dove erano sempre stati,
distinsero un dentro da un fuori e si preoccuparono
di separare bene queste cose.

Lei non capì la sottigliezza di questa differenza,
per secoli si era spostata ovunque, indisturbata;
ora a malapena riusciva ad esprimere i suoi aneliti
di libertà negli spifferi.



Non poteva fuggire,
solo questo permise loro di farla prigioniera.



La divisero in categorie perché le classi facevano bene:
servivano a distinguere ed era bello inasprirle la vita.

La categoria migliore fu perfettamente inserita
attraverso labirintiche tubature.
Costretta a circolare nello stesso ambito
venne tenuta al caldo e curata.
Le diedero sempre nuove essenze per esprimere fragranze diverse,
sempre mille cure e mille attenzioni,
lei, in cambio, quasi divenne amica intima della casa.



L'altra categoria, invece, fu lasciata fuori ad abbruttire,
come tutto il mondo esterno nessuno se ne curava.

Ricevette sempre gli scarti:
delle ciminiere,
delle macchine,
perfino delle persone.

Arrivarono a credere che si fosse inquinata di proposito
per fargli un dispetto, dato che odiava le loro ciminiere,
come del resto più volte aveva ribadito.



Gli antichi si erano imparati a respirarla,
loro ne avevano dimenticato il senso:
respiravano perché costretti,
senza provare alcun piacere nel farlo.


Ogni tanto facevano pulizia:
spazzavano le strade, montavano qualche depuratore,
nutrivano i barboni,
ma solo per non farsi dimenticare,
per far capire che anche loro avevano un cuore,
che erano vivi.

















Alla lunga risultarono più stupidi dei loro antenati:
respiravano male e nemmeno l'aria era la stessa.



(da www.landasurreale.blogspot.com , post pubblicato l'8 gennaio 2012)



Questo scritto è parte integrante della raccolta "Piano di Supremo Attrito", scritto nel 1988.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Mi sono avventurato nel ragionare sul condizionamento dell'aria, probabilmente con un piglio eccessivamente critico ed aspro, ma le letture con cui allora avevo nutrito i miei pensieri non lasciavano adito a toni delicati ed anzi ne esaltavano un taglio decisamente in linea con il titolo della Raccolta, guarda caso indirizzata verso un Attrito Supremo. Ti ringrazio per l'espressione della tua perplessità e ti invito a rendermene maggiormente partecipe, se lo desideri, in modo che ti possa rispondere in modo più esauriente.

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